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Intertele 2015 Snowbird (parte 2)

Intertele Parte 2

Come detto precedentemente è stato bello vedere tante sciate diverse ma tecnicamente mi ha sorpreso come tutte le nazioni insistano moltissimo sull’utilizzo del piede avanzato come appoggio. Credo sia dovuto alla considerazione della sciancratura degli sci.
Una volta, diciamo fino a 15 anni fa, le tecniche erano basate su sci poco sciancrati quindi il modo di “lavorare” lo sci o gli sci era diverso. Dall’avvento degli sci sciancrati molti hanno deviato la loro attenzione e modificato l’impostazione tecnica e didattica. Noi in Italia siamo in ritardo o solo ora ci affacciamo al nuovo modo di sciare.
Personalmente sto provando ad utilizzarlo molto più che in passato e debbo dire che non ho trovato un nuovo modo di sciare ma scopro ogni volta una nuova movenza che va ad arricchire – spero – le tante altre che so si debbano utilizzare a seconda delle diverse condizioni di neve, pendio e velocità.

Clinic indoor
Agli Interski o Tele che sia non solo si può partecipare a clinic sulla neve ma molti di più sono organizzati in aula.
Durante il primo a cui ho assistito il relatore ha iniziato a parlare di “Come far crescere il telemark”. Direi che l’attenzione non era altissima. Si tratta di un argomento trito e ritrito. È una speranza trasversale a tutti i telemarker. Chi ama qualcosa tende sempre alla condivisione ma anche in quell’aula non si vedevano volti particolarmente interessati o eccitati … finchè non mi è stato chiesto il mio parere.

Il mio clinic indoor
Osservando i volti man mano parlavo vedevo sguardi sempre più attenti e sospiri di sollievo. Il sollievo era probabilmente dovuto al sentirsi sollevanti da un’incarico sempre presente ma sempre vanificato e quindi in ultima analisi si son sentiti tutti sollevati dallo stress di pensarci e far qualcosa. Cosa ho detto? Semplicemente che al telemark ci si va volontariamente, per scelte diverse e che era ed è inutile sperare di trovare la strategia giusta. Ma la chiave di volta è stata la mia asserzione che anche si disponesse della bacchetta magica chi ne gioverebbe? La comunità del telemark? No! Ne gioverebbe solo l’industria e da lì ho espresso la mia opinione sull’industria del telemark. A questa il telemark non interessa. Quindi basta stressarsi su come farlo crescere e lo facesse ne gioverebbero quelli che del telemark se ne sbattono. Non dico d’aver ricevuto un applauso ma poco mancava. A supporto della mia tesi è arrivato in aiuto Josh Madsen che molti anche in Italia conosceranno per averlo incontrato a Moena o Livigno o perchè ricevono notizie delle sue iniziative commerciali – un negozio specifico di telemark e solo telemark a Salt Lake City – o tramite FB tramite Telemark Life.
Anche Josh ha confermato che l’industria del telemark non esiste. Si tratta nella maggior parte dei casi di industrie che producono prevalentemente scarponi e sci da sci alpinismo, attrezzature da alpinismo e alla fine anche un po’ di telemark ma in fin della fiera senza passione, senz’anima. Le uniche eccezioni due aziende di attacchi: 22 Design e Bomber. Giustamente lui ha consigliato di favorire queste piccole realtà di vero telemark e si augura altre ne possano nascere.
Alla fine tutti erano concordi ne rivolgere le energie e simpatie all’interno del gruppo, della comunità e delle piccole aziende produttrici di attrezzi solo per il telemark.

Nel suo negozio mi ha fatto vedere una leva posteriore per tutti gli attacchi a cavo di alluminio – che non si rompono – prodotte da un appassionato (Foto 1 e 2 ).

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Un lacciolo di sicurezza molto intelligente prodotto da un telemarker che ne fa due o tre paia al giorno quando ha tempo da rubare o in avanzo dal suo lavoro.

Leash
(Foto 3 -Il vantaggio è che si apre facilissimamente anche con i guanti. L’ha disegnata un telemarker e quindi conosce per vissuto i problemi, non un progettista di tutto e di più).

Qua il sito del negozio di Josh

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(Foto 4 Leve alluminio)

Direi che quel primo clinic ha sbloccato molte menti e atteggiamenti e se volete anche rabbia. Basta pensare ad avere altri e più grandi numeri, pensiamo a noi stessi. E’ permeata anche un po’ di rabbia nei confronti di quelle aziende che parlano nei depliant di essere “amiche” del telemark ma che poi abbandonano la produzione di scarponi se non c’è ricavo (BD); nè innovano anche se si dichiarano “amiche” (Scarpa, Garmont, Scott, BD, Crispi).
Quel che c’è basta, sarebbe meglio aver prodotti nuovi, più aggiornati, aver più visibilità e praticanti ma alla fine basta e bastiamo e non lavoriamo per la “saccoccia” altrui!!!!

Telemark Day
Questa nuova fase del telemark ha già una data da annotarsi: IL PRIMO SABATO DI MARZO dall’anno prossimo diventa il “TELEMARK DAY”.
Penso sia un’idea semplice e bellissima. Tutti i telemarker del mondo che in quella data celebrano il telemark ma soprattutto il loro telemark.

Cougars
Massimo Cavalli, un valtellinese che ora abita a Zuoz ma che ha vissuto in Usa prendendo i brevetti di telemark della PSIA mi aveva messo in guardia sulla presenza delle Cougars! Non sapendo di cosa si trattasse gli chiesi delucidazioni e mi spiegò essere le assatanate sciatrici dell’Ovest. Boh!? Si vede che erano già in trasferta. Perchè solo una ne ho vista e … non ho piantato nessuna bandierina bloccato da troppi occupanti nel mio appartamento e da una inquilina nel suo!

Conclusione
Per la seconda volta nella mia vita sono andato nello Utah e per la seconda volta non ho trovato neve. La prima proprio del tutto, questa volta poca.
Mi son distratto con la bevanda del telemarker americano o forse del futuro (ma qui c’è la concorrenza dello Spritz mannaggia!!!)

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(Foto 5 Bevanda)
Ci leggiamo alla prossima parte, la terza, dove parlerò di Alta dove visse Dolores La Chapelle, dei 4.000 euro avanzati e di come li ho spesi su suggerimento del Santo.

Luca

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