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“Brividi Liberi”

L’autore, il direttore responsabile della collana e l’editore tengono a
far presente che i personaggi sono puro frutto della fantasia e gli
avvenimenti…un po’ meno

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Happy Canc aveva un’aria stanca. Da giorni doveva tenere a bada i fotoreporters e i cameraman di tutte le più importanti stazioni televisive del mondo accorsi nella sua valle per l’avvenimento del secolo: Fab Milky,
il famosissimo freerider della valle si sposava!
Inoltre la transumanza dei bovini dagli alpeggi si era tramutata in una stampede quando il primo fuoco d’artificio era esploso. Mucche, capre, asini e pecore avevano
invaso il centro del paese, insozzando le vie di escrementi. IL Sindaco lo
aveva preso in un angolo e gli aveva intimato che tutto fosse ripulito al
più presto. Il matrimonio del secolo meritava sfondi fotografici che
mettessero in risalto la bellezza del paesaggio e della sposa. Per lo
sposo non si poteva fare un gran che!

E adesso l’incendio della sede di DCT.
Chiese a Luck se desiderasse una tazza di caffè e se ne versò lui pure una
buona quantità nella tazza celebrativa della 45 edizione della Skieda. Un
altro simbolo del telemark. Tutto l’ufficio era colmo di pezzi
d’antiquariato della storia del telemark. Un reperto del letame usato
nella prima edizione del salto della merda della prima Scufoneda. Il
bicchiere di carta che Morten Aass aveva usato per ubriacarsi alla Skieda.
Il pettorale di Zorten Aass indossato alla Classic dei primi Campionati
del Mondo di telemark di Lillehammer. Un paio di smilze mutandine da donna
di cui solo lui conosceva la provenienza e il valore iconografico ma
portavano anch’esse la scritta telemark.

“Come ti senti? E anche se sarò ripetitivo: Chi pensi ci sia dietro
quest’attentato?
– I Telemarker Senza Etica?
– I Distruttori Nazionali di telemark?
– Quegli snob di The White Planet?.
Non credo – risposi – i primi son troppo dei sempliciotti anche se tra loro usano l’appellativo sciamplicotti, i secondi litigano in continuazione tra loro sul sesso del
primo angelo che ha sciato a tallone libero, gli ultimi … dispersi sul
globo a chissà far cosa.

In quel momento si spalancò la porta dell’ufficio di Oldy – si perchè
Happy Canc era soprannominato anche Oldy – e si precipitò all’interno
l’appuntato Cacace.
“Marescia’ è arrivato or ora un cablo dal nostro
infiltrato …” e lì si fermò vedendo che Oldy non era solo. Cacace squadrò
Luck aggrottando le sopracciglia, il tipo gli sembrava sospetto. Lo teneva
d’occhio da tempo, non lo sfagiolava che quell’estraneo alla comunità Poenese fosse arrivato a sconvolgere i costumi locali. Cacace che si reputava oramai Poenese d’adozione era dell’opinione che al Nord i meridionali e Luck era di Milano non dovessero avere accesso.
Oldy fece scorrere velocemente lo sguardo sul cablo e licenziò Cacace
ordinandogli di non disturbarlo più, per nessun motivo. Cacace, da ottimo subalterno scattò sull’attenti ma tenne a dire: “Capitan Canc se ha
bisogno sono qui fuori!” Come a dire che avrebbe vegliato sulla sua
incolumità fintanto che quel losco Luck rimaneva in ufficio.

“Pazzesco” devi sapere Luck che da tempo abbiamo un infiltrato tra quelli di TSE. Ci abbiamo messo un bel po’ a selezionare il tipo ideale ma ora
sotto la copertura di promotori abbiamo un ottimo elemento in grado di far
filtrare tutte le notizie che possono interessare il Ministero degli
Interni e quello dello Sport affinchè lo status quo dello sci nazionale
rimanga quel che è, cioè amorfo! E ora la talpa ci informa che in nome
della crociata di TSE – avvicinare chiunque al telemark e attrarre
l’attenzione dei media sulla sciata a tallone libero – hanno ordito una
nuova azione eclatante e pericolosissima. Sembra che per l’anniversario
della cinquecentesima salita invernale della Nord dell’Eiger a Wengen
faranno scendere i loro migliori promotori lungo la parete Nord,
contemporaneamente faranno esplodere tutte le talloniere degli attacchi da
sci dei partecipanti alla discesa di Coppa del Mondo del Lauberhorn. Ma la
cosa peggiore sarà far girare poveri bambini nella zona d’arrivo della
gara vestiti da norvegesi a elemosinare contributi in soldi per la causa
del tallone libero.
Luck ebbe un mancamento. La situazione era totalmente sfuggita di mano a
tutti quelli che fino ad allora si erano dichiarati appassionati di
telemark e tra quelli c’era pure lui. Il senso di sgomento e il peso della
responsabilità sembrava schiacciarlo.

Oldy gli disse di andare a casa a riposarsi mentre lui e le sue forze –
Cacace in primis – avrebbero iniziato a pensare come sventare le minacce
di attentati di cui avevano appena parlato.Luck si diresse verso casa in auto, e una volta parcheggiata camminò lungo il sentiero tracciato nella neve che portava alla sua casa nel bosco. Oldy invitandolo a recarsi a casa pensava di concedergli un riposo dalla ridda
di avvenimenti che si erano succeduti nelle ultime ore. La realtà era
assai differente. Oldy non poteva sapere che la vita di Luck era oramai
vita di solitudine, arida solitudine.

Fermatosi sulla soglia di casa si girò e vide in lontananza il fumo
dell’incendio e immaginò le macerie ma poca cosa gli sembrarono rispetto
le macerie che sommergevano la sua vita. E da tempo sapeva che tutte
quelle macerie, quei fallimenti erano legati a doppio filo col mondo del
telemark. Quella passione, quasi droga, della sciata a tallone libero lo
aveva catturato e distratto al punto di allontanarlo dalla realtà.
Affetti, famiglia, beni, lavoro tutto era passato in seconda fila e chi
può essere quella donna disposta a rimanere in seconda fila, quali quei
figli disposti a lasciare il padre andare a sciare piuttosto che
condividere il tempo con loro. I colleghi? Ma cosa volevi avere in comune
con un pazzo esagitato che disdegnava i propri colleghi che gli impedivano
di insegnare sci alpino con gli attacchi da telemark. E poi i litigi con
gli organizzatori dei festival insomma pian piano e consciamente si era
scavato il vuoto intorno a sé. E quel vuoto era lì ad attenderlo appena
avesse aperto la porta di casa.

Attizzò il fuoco nella stufa, si versò l’ennesima tazza di caffè e si
preparò un cannone che era dalle dimensioni di quelli per sparare la neve
e dopo poco scivolò in quello stato che lo staccava dalla realtà materiale
ma gli apriva la mente alle più straordinarie intuizioni. Come sempre nel
suo cervello partirono le note di una musica che lo avrebbe accompagnato
lungo tutto il trip. I pensieri di dipanarono dal concetto di incendio,
quello della sede di DCT. Poi si trovò a ripercorrere le vicissitudini
degli ultimi mesi. L’abbandono della consulenza per la ditta Scoop e
l’iniziare a diffondere la notizia essere libero sul mercato. Tra i tanti o
pochi che siano – in effetti solo 4 aziende producono scarponi da telemark
– scelse di contattare direttamente Peter con un’email. La mente corse ai
ricordi americani, sciate e pessimo cibo e poi riapparse la voce di Peter
che gli comunicava di mettersi in contatto con i responsabili di DB per il
telemark via Skype.
I pensieri quando era sotto l’effetto del hashisc erano dei lampi,
duravano pochissimi secondi, erano di una chiarezza e linearità spaventosi
ma per altro così come apparivano dopo altrettanti pochi secondi
sparivano.
E così fù anche quella volta. Ma con enorme sforzo cercò di ricordare un
fatto che al momento in cui accadde gli sembrò significativo ma mai più
così greve di orribili effetti.

Alla conferenza intertelefonica erano presenti dall’altra parte della
linea 4 collaboratori di DB, tutti più o meno impegnati nella linea
telemark. Un certo Jack era il responsabile e dopo una breve descrizione
di se stesso e di quanto fatto a Scoop Luck dichiarò poter contribuire
significativamente a migliorare la loro linea di scarponi. Già in quel
momento percepì l’irritazione dall’altra parte della linea quando gli
confessò che il suo sentire la loro fosse una linea che non aveva portato
nulla di nuovo agli utilizzatori. Sentì la voce di Jack passare dalla
mellifuo all’irritato. I nostri scarponi sono i migliori. Diplomaticamente
Luck decise di assentire ed evitare uno scontro su convinzioni personali e
cambiò registro. Chiese loro se sapessero come risolvere il problema
dell’usura della papera degli scarponi che assillava tutte le aziende.
Jack sostenne di avere delle ipotesi che stavano verificando – era
chiaramente una bugia – ma chiese a Luck di proporre la sua soluzione.
Soluzione che gli era stata passata dal venditore della plastica Pebax, ma
migliore per le esigenze del telemark. “Quando lo scarpone esce dallo
stampo ed è ancora caldo, se si orienta sulla papera una corrente di aria
molto fredda, le molecole di Pebax si orientano in modo da divenire molto
dure. Così le parti che interessano possono diventare difficilmente
attaccabili e usurabili dallo sfregamento di parti degli attacchi”. Per un
lungo e breve attimo ci fu un silenzio oserei imbarazzante dall’altra
parte dell’oceano. Luck immaginò gli sguardi che i 4 quattro si stavano
scambiando. Qualcuno prese pure nota dell’idea. La telefonata finì con un
nulla di fatto. I tipi di DB sostennero che il progetto telemark non aveva
risorse economiche se non da lì a tre anni e che si sarebbero fatti vivi
più avanti.
Luck aveva indubbiamente sperato si potesse arrivare ad un accordo vuoi
per compensare i mancati introiti di Scoop ma soprattutto per quel piacere
che Luck provava a creare, fare, costruire scarponi che aiutassero a
sciare meglio.
Gli effetti del cannone si stavano attenuando e si ricordò delle deduzioni
che aveva tratto una volta che la conferenza era terminata. Allora e oggi
ne era ancor più convinto aveva pensato in quel colloquio c’era un vizio.
Un esterno all’azienda insegnava ai responsabili della stessa come fare
gli scarponi, cosa fare per evitare guasti e malfunzionamenti che in
ultimo portavano costi aggiuntivi e discredito all’azienda. Come poteva
pensare che Jack a colloquio con Peter dichiarasse la sua parziale o quasi
totale incompetenza. La logica avrebbe voluto fosse licenziato seduta
stante. Allora capì di essersi creato un nemico in DB e forse nel mondo
del profitto del telemark. Oggi il sospetto era una certezza. Dietro
l’attentato doveva per forza esserci Jack e forse la DB. “Domani devo
subito andare da Oldy e dirglielo, potrebbe essere la traccia da seguire”
come se lo disse scivolò nel sonno che fu agitato fino all’alba.

In effetti ai quartieri generali di DB a Sweet Lake City al termine di
quella telefonata ci furono due ore di terrore. Peter che spiava tutto ciò
che accadeva in azienda e aveva la possibilità di ascoltare tutte le
comunicazioni in entrata e uscita aveva seguito la discussione con
crescente irritazione e sbalordimento. “Chi fu…ing pago, che c….o di
tecnici ho se non sanno ciò che un sottosviluppato mangia maccaroni sa?!”
Si precipitò negli uffici R&D e aveva sollevato di peso tutti e a Jack
aveva intimato di inziare a darsi da fare seriamente sia sul piano tecnico
produttivo sia sul piano di iniziare a fare circolare voci di disprezzo
sulle idee che Luck faceva girare nel mondo del telemark.

Jack durante una sua visita in Italia con lo scopo di rubare idee alle
aziende italiane vi si era anche recato per farsi stampare un paio di
scarponi DB dato che gli stampi di DB scoppiavano in Cina dove avevano
deciso di fare la vera e propria produzione. La morale era che non solo
non si poteva capire quando sarebbe iniziata la produzione ma Jack non
riusciva neppure ad avere un paio per se per fare test.

Con il paio che era riuscito a farsi stampare grazie all’intercessione
della ‘Ngragheta, assai diffusa nel Nord Est italiano, si era impegnato a
cercare una località sciistica minore dove nessuno lo potesse vedere e li
fare le prime sospirate prove del “suo” scarpone. Se non chè la fortuna
sembrava pendere dalla sua parte e in quella piccola stazione incontrò un
telemarker italiano. Lì per lì maledisse il fato ma quell’incontro gli
permise di prendere due piccioni con una fava (un comune modo di dire
americano per intendere che paghi uno e prendi due). Il tipo all’inizio
gli parlò nel solito modo: “Oh che bello anche tu telemarker!” Poi in coda
allo ski lift iniziò a sussurrare e confessare la sua appartenenza a un
movimento terroristico denominato TSE – Telemarker Senza Etica -. Tra una
risalita e l’altra Jack capì che era un’organizzazione che cercava
disperatamente di farsi luce nel mondo del telemark. Assoldava chiunque
sciasse a tallone libero e li attraverso un’iniziazione mantenuta segreta
– avevano preso d’esempio la Massoneria – li nominava Promotori. Quelli da
loro definiti più sicuri venivano riuniti in un centro d’addestramento in
Val Senales e istruiti a disinformare – uno dei motti di TSE trovava
origini nell’antica Roma: Dividi e comanda” – quindi a cercare di
convincere gli innocenti o allocchi più deboli che si sciasse in un modo
molto strano, quasi impossibile e che solo quanto professato da loro fosse
il Verbo e solo le attrezzature da loro suggerite fossero quelle giuste.
Se poi si dimostrava lealtà massima si veniva introdotti ad uno stage su
cui pochissimo si sapeva. Ora però era chiaro dal cablo portato da Cacace
a Oldy che a quello stadio dell’iniziazione i promotori erano portati a
conoscenza di pratiche di vero terrorismo: esplosivi, dilazione,
sabotaggio. In quella occasione Jack non solo aveva capito che i suoi
scarponi poco o nulla di meglio portavano al telemark e quindi si doveva
iniziare in azienda nella solita politica di comunicati stampa e articoli
pagati a giornalisti prezzolati affinché il mercato si orientasse a
pensare, ancora una volta, che DB offriva quanto di meglio e più vicino
alla comunità ci fosse – ma questo era problema della fortissima equipe di
marketing dell’azienda, si pensi che per 10 tecnici a coprire tutte le
attività sportive di montagna nella ricerca e sviluppo c’erano 100 uomini
e donne nel marketing – ma bisognava non sperperare quell’unica occasione
legata all’incontro casuale di un vero terrorista. Lo invitò a cena e gli
promise 100 pia di sci, 100 paia di attacchi e 10000 paia di scarponi DB
in uso per le loro promozioni. Anche il tipo spalancò gli occhi e gli
chiese del perchè della disparità tra numero di sci, attacchi e scarponi.
Jack aveva calcolato di passargliene 10000 per via del fatto che si
scopava una delle segretarie della contabilità di DB. La poveretta sperava
la sposasse – cosa che non sfiorava neppure lontanamente la testa di Jack
– ma continuando a farla sperare poteva usarla come voleva. Lilly, era il
nome della segretaria, avrebbe immesso quei 10000 paia di scarponi nelle
liste del venduto. Il risultato sarebbe stato conveniente per tutti. Lilly
avrebbe avuto un orgasmo, Jack il plauso dei piani alti di Db, Peter
avrebbe potuto farsi bello dicendo che già al primo anno di produzione DB
aveva venduto quella cifra di scarponi, ciò sarebbe diventato anche motivo
di invidi e sospetto nel gruppo dei rappresentanti di DB, “Chi è che vende
così tanto?”, Peter avrebbe fatto leva su tutto ciò al primo sales meeting
accusando tutti di far poco e di prendere esempio dal telemark e da quel
venditore – di cui teneva a mantenere la segretezza – affinchè si
raggiungessero gli obbiettivi consoni ad un’azienda come la sua.

Jack ritornò a Sweet Lake City sicuro di essere messo bene ma ad ogni
successo segue un insuccesso e appena ritornato gli fu comunicato che dalla
settimana dopo avrebbe dovuto trasferirsi in Corea del Nord. Tutto
sembrava congiurare contro di lui, faceva un passo avanti e due indietro.
Ma non si disperò, trascorse i giorni seguenti a preparare la sua partenza
ma si concentrò a rendere efficaci i collegamenti con SLC, il terrorista
di TSE. Tutto doveva funzionare e proseguire come da accordi nonostante si
trovasse in uno dei luoghi più remoti del mondo.

…..continua

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