Filtri

Fumiamo tutti “senza filtro”

Tra chi rolla sigarette molti usano i filtri. Personalmente non li uso.
Ma non è di questo tipo di filtri che intendo parlare ma dei filtri per la mente. I filtri di cui ogni essere umano ha bisogno.
Non so se avete seguito la polemica di Umberto Eco relativa ai social se non lo avete fatto e la cosa vi incuriosisse la trovate qui. Sono perfettamente d’accordo con lui. Spero in cuor mio di non lo volerla fare troppo grossa ma penso che anche gli sciatori e i telemarker debbano stare attenti alle ricadute negative legate alla comunicazione moderna.

Ricordo che già 40 anni fa le ricerche sottolineavano l’impossibilità per la mente umana di sopportare troppe notizie. Esperimenti compiuti sui ratti dimostravano che lo stress aumentava in modo insopportabile.
La differenza con l’essere umano è che noi sembra si abbia bisogno in modo spasmodico di comunicare. Un comunicare che sta diventando fine a se stessa.
Avete mai sentito la lettura dei giornali su Rai 3 il mattino. Quando arriva il momento delle telefonate il 90 percento della gente non pone domande per capire maggiormente e per sondare la sagacia e conoscenza del giornalista, così da arricchire loro stessi, ma fa comizi al telefono. La stragrande maggioranza delle volte la telefonata inizia così: “Vorrei esprimere la mia opinione”.

Come dice Eco la valanga di idiozie, approssimazione e illusione di essere importanti e magari anche intellettuali, tanta la mole che sta assumendo, porterà alla morte dei questa comunicazione. La gente persa e spersa tra mille informazioni si stancherà. Credo lo si veda già osservando FB. Da un epoca – possiamo dire epoca perché la frequenza è così alta da ridurre un anno in secoli se non addirittura gli anni in epoche – dove si leggeva la più inutile notizia che Caio stava andando al gabinetto oggi si è passati alla condivisione di filmati, annunci pubblicitari. Insomma che si stesse andando al gabinetto non è più notizia e allora il Re è nudo, vogliamo catturare l’attenzione in quanto primi ad aver scoperto, visionato un determinato filmatino o cacche simili. Siamo noi che vogliamo imporci ad un’attenzione che credevamo aver catturato comunicando agli amici che avevamo bisogni fisiologici ma sentiamo essere diventata vana in termini di notizia e allora passiamo al condividere il filmato più sconvolgente, alla notizia non notizia più curiosa. Non è la notizia di per sé stessa ma la animalesca necessità di mostrarci. Il problema è che per farci notare spariamo sciocchezze che confondono le menti della gente.

Tutto questo avviene anche nel mondo dell’informazione social del telemark.

Il circolo vizioso è gravido di auto distruzione – vedo FB oggi rispetto a ieri – tempi migliori potrebbero arrivare se non fosse che la tecnologia, e chi sviluppa nuovi programmi o applicazioni ci proporrà il “nuovo” social a cui tutti non sapremo resistere. Perché nessuno di noi, in quantità diverse, non riesce a far meno di “comunicare” “farsi notare” “emergere”.
In un branco animale ci sono i soggetti alfa e i gregari. Questo anche nel mondo sociale checché se ne dica. Siamo e rimaniamo degli animali, soprattutto nei comportamenti tipici del essere umano così bulimico di notizie e necessità d’elevare la propria testa o voce sopra la massa. Che in ogni caso diventa sempre più una massa di sordi, narcotizzati, apparentemente lì per sentire ma in effetti lì solo per far da pubblico maleducato perché subito pronto ad alzarsi in piedi per alzare la sua voce magari fuori luogo o non parlando dello stesso argomento per completarlo o arricchirlo. É solo un alzarsi in piedi perché abbiamo bisogno di farci notare.

Ci riguarda in quanto telemarker perché il telemark non è che una delle mille espressioni sportive e sociali della vita umana.
Io stesso scrivendo quanto propongo quanto scrivo sul sito WP mi allineo. Io stesso scorro FB e come un drogato appena lo apro provo un disgusto per non per quel che troverò – a volte è utile – ma per me stesso in primis. Sono ricaduto nell’astinenza da informazioni. Informazioni? Lo fossero!

Eco va più a fondo in quanto intellettuale e mente fine, io mi fermo e penso ai filtri.
Quali sono questi filtri? Il primo è o dovrebbe essere la nostra testa, e in particolare la nostra capacità critica. Ma quanti possono affermare averne in buona dose? E allora ricorro a quella praticità che dovrebbe caratterizzare chi vive una vita d’azione, di sport che è vita di scelte, rapide ed efficaci.
Il filtro primo penso sia il tempo, quello naturale, delle stagioni. Lasciamo l’inverno, la neve, le sciate all’inverno. Per assaporare la ciliegia di prima estate dobbiamo aspettare la sua stagione. Per la prima curva, l’autunno. La prima sci alpinistica, la primavera.
Non si è ancora capito bene l’utilità del sonno ma lo vedo proprio come un filtro. Più che un filtro una diga all’alluvione di stimoli vissuti durante il giorno. Oggi possiamo dire informazioni piombateci nella/intorno alla testa.

Un altro filtro è il distacco. Stacchiamoci da quella struttura che ci permette di mangiare arance neozelandesi quando qui è stagione dei meloni. Chi vuole vada in argentina a sciare nella nostra estate ma non facciamoci tutti sempre riferimento a questo apparente possibilità d’essere là. Ci assuefaremo a quanto di più teniamo, e non saremo più in grado d’apprezzare. Chiamiamola la filiera corta dello sci, la filiera corta dei social ma quest’ultima dobbiamo accorciarla noi. Scio dove c’è la neve vicino a casa nella stagione che il mondo nel suo ruotare propone sempre in quei mesi – stacchiamo. Lo sciopero social per il bene della nostra mente, delle nostre sensazioni, della nostre incommensurabili capacità di “sentire” apprezzare e veramente amare.

Prometto quindi di non scrivere e pubblicare nulla che sia di neve, di curve, di telemark finché la temperatura scenderà, i larici cambieranno colore, l’aria saprà di quell’umidità che preluderà a quel primo fiocco che solo ognuno di noi sa cosa essere e rappresentare.

Filtri. Abbiamo bisogno di filtri. Dobbiamo cercarli, imporceli e usarli anche perché non li vende nessuno, li abbiamo in tasca? No, nella testa e nel nostro libero arbitrio.

Buona estate

1 Comment on Filtri

  1. calcagnolibero
    25 Giugno 2015 at 19:11

    Non condivido l’avversione che tu nutri nei confronti di FB. Lo uso volentieri, mi permette di rimanere in contatto con amici che abitano lontano da me ed a volte qualcuno pubblica anche qualcosa di interessante.
    Soddisfa anche la parte esibizionistica che c’è in ognuno di noi ma non ci trovo nulla di male.
    Non sono d’accordo con Eco solo su una cosa.
    Twitter è solo un mezzo di comunicazione ( che io tra l’altro non uso).
    Quando (per fare un esempio) la gente che finora ha creduto ai tweet di Renzi capirà che sono solo fuffa smetterà di credere a lui non a Twitter in sè.
    Riguardo allo sciare solo vicino a casa ocio vecio perché se cominciano tutti a pensarla così a Livigno potete ricominciare a fare i contrabbandieri e i pastori.

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