Telemark

Per chi arriva a questa pagina sperando di trovare la risposta alla semplice curiosità per il telemark. Per chi ricerca qualche risposta in più. Per chi vorrebbe trovare le parole per spiegare perchè sia così bello.

Perchè lo fai e perchè dovrei farlo pure io?
Chi scia ripete l’atto di curvare. Chi fa telemark fa altrettanto ma si porta con sé un fardello. Quello di dover rispondere, più spesso agli altri che a sé stessi, perchè sia così bello. Una curva, una risposta. Un inginocchiamento e una domanda: “perchè?”

Neppure io sfuggo o son riuscito a sfuggire a questa domanda che per quanto si cerchi di rispondere non sembra mai appagare né chi la formula né chi risponde.
Ad uso e utilità (?) della voce telemark di questo sito, cercherò di offrire delle miei risposte.

Cos’è
E’ la prima tecnica sciistica di discesa in grado di far curvare lo sciatore. Fu probabilmente frutto dell’intuizione dei – per noi – conosciuti e famosi sciatori norvegesi della regione del telemark. Ma mi sembra più corretto dire che fu uno dei risultati del giocare nella neve o sulla neve.
Se questa mia ultima affermazione è vera – nessuno a quell’epoca intendeva risolvere problemi tecnici o aveva obbiettivi quali “come fare a girare e farlo bene” – forse abbiamo già risposto al terribile quesito. E’ bello perchè ci permette di giocare, di continuare a giocare. “Ma anche io sciatore alpino gioco!”. Qui si inizia a scavare o riscavare il solco che è il motivo primo della domanda.
Dopo anni di sciare, di curve fatte con sci da alpino e da telemark e perchè no con snowboard debbo dire che solo il telemark è e rimane gioco. Lo sci alpino è anch’esso gioco ma assai più limitato e più propenso all’assuefazione e noia.
Non c’è dubbio che la tecnica sciistica alpina sia più essenziale rispetto al telemark. Vuoi perchè l’attrezzatura l’ha resa tale, vuoi perchè l’attenzione di chi ruota intorno allo sci ha lavorato ed elaborato per anni e anni, idee concetti ed attrezzature che semplificassero l’apprendimento. In un certo modo è giusto che sia stato così e forse in futuro (o già a desso) si tende a “porgere” a chi lo prova un pacchetto – sci, scarponi, attacchi e forse tecniche – che il più rapidamente possibile facciano curvare a telemark.
Questa naturale tendenza, non sempre onesta (vedi industria) di semplificare da parte del “sistema” è auto castrante. Più breve è il percorso apprenditivo più breve è il tempo che intercorre tra il piacere e la noia.
Il telemark ha dalla sua alcuni vantaggi che lo rendono prepotentemente affascinante o che dovrebbe rendere affascinante, non agli occhi ma alle menti di chi “ama” o è attratto dalla montagna. Il telemark è … vecchio. Vecchio nel senso che si distacca dai pilastri (fragili) dell’epoca moderna. Fa andare piano o fa imparare piano, fa sudare di più, fa anche male o fa sentir male – quadricipiti, ginocchia -: Permette oggi di sentirsi come ieri (nel senso di epoche sciistiche). Non c’è bisogno di prendere attrezzature vecchie e superate. Si usano attrezzature odierne, il meglio della produzione di oggi giorno e si parte insieme agli sciatori alpini. Se non chè quest’ultimi si domandano subito: “Quando si arriva? Quanto manca?” il telemarker si perde nel tempo che scorre. E’ come un viaggio in treno, lungo tratte dimenticate, senza cercare di unire i due punti di partenza ed arrivo con la linea più breve ma girovagando tra le stazioni più suggestive. Cercando quell’itinerario che offrirà gli scorci paesaggistici più belli. Magari anche solo per sentito dire ma che forse solo prendendo quella svolta, direzione apparirà – come si è soliti dire – per incanto.
Mi è chiaro che quanto appena detto non convincerebbe più di tanto chi ha posto la solita domanda del perchè telemark. Forse però è solo attraverso risposte “umanistiche” che si può cercare di spiegare, non convincere, a chi non lo fa.
In Italia il telemark si fece conoscere con un film famoso e oramai introvabile: The time machine. Nel film la macchina del tempo portava lo sciatore Morten Aass dal passato nel presente. Il film piacque e tutti lo ricordano e ricercano. A me piace ancor di più oggi perchè il titolo mi sembra condensi il concetto in senso inverso. Il telemark permette ad ognuno di noi di usare la Macchina del Tempo all’indietro. Ognuno di noi, consapevolmente o per scelta e ricerca o per inconsapevolezza, è rimandato in una dimensione dove il tempo è più umano (contrapposto al disumano del tempo dello sci alpino) dove i gesti sono più umani e meno da robot, dove la ricchezza non è nei chilometri all’ora guadagnati, nei metri di dislivello discesi ma nelle mille sensazioni provate entro di sé, misurate e confrontate con ciò che sta fuori (neve, pendii, ombre, dossi, curve, amici, alberi, rocce …)

Tecnicamente
Il corpo fa fare la curva. Non delle sole sue parti. Ecco ancora un motivo per chi il telemark dovrebbe piacere a questa umanità che è, almeno sportivamente parlando, alla ricerca di interiorità, movimento del corpo, plasticità etc… Ma perchè esaltare o sottolineare questi fattori o qualità in altre discipline è operazione vincente e nel telemark no? Free climbing: il corpo che danza sulla roccia. Surf da onda: il corpo che danza sull’acqua. Telemark: lo sciatore che danza! Purtroppo sciare significa freddo e quindi bisogna vestirsi. Il surfer, il free climber si spoglia. Noi non possiamo e quindi è difficile spiegare la similitudine. Esteriormente appare la danza ma si fa fatica asserire e convincere che è sci a corpo libero. Questo è valido e percepito solo da chi lo fa. O forse dovrebbe essere uno dei presupposti di chi lo insegna o ne parla o cerca di spiegarlo.
Purtroppo però chi lo vuol capire scia alpino, spesso la smania di riuscire non va di pari passo con tutta la serie di “brutte” sensazioni che possono avere quei principianti che lo provano. La performance prevale. “Devo far girare sti sci che fino ad una curva fa era così facile domare”. In effetti non è che si debbano far girare gli sci. Bisogna o bisognerebbe cercare solo equilibrio

Temporalmente è sfortunato
Ricordo quando divenni Istruttore Nazionale, quando sembrava che finalmente potessi avere le risposte di come farlo. Quando ebbi l’illusione di essermi avvicinato al cuore “tecnico ed umano del telemark”. In quella stessa epoca lo scenario stantio dello sci alpino fu “folgorato” dal carving. Sci sciancrati, gridava l’industria e i giornali specialistici. Finalmente curvare sarà facile e divertente. Personalmente pensai fosse nato lo “sci spazzatura”. Per altro erano i tempi dell’avvento della tv spazzatura e quindi la cosa era allineata coi tempi.
Sicuramente lo sci in generale era in un momento di impasse. Le avvisaglie di mancanza di neve naturale, l’affacciarsi di nuovi sport, di viaggi estivi anche d’inverno stoppavano quella naturale auto rigenerazione che lo sci sembra aver avuto sempre. Il telemark avrebbe potuto essere un’ottima alternativa o comburente. Purtroppo arrivò il carving, le sciancrature e il poveretto rimase al palo.
Di nuovo lo sci mi sembra esaurirsi e se non è già fermo lo sarà presto. Nulla può valere il filmato di sci estremo, di valanghe, di salti e tutto quanto segue. Pochi possono tutto quello. Ma il telemark, figliolo sfigato, non riesce ancora una volta a emergere. Questa volta, anche se mi sembra che le volontà siano assai inferiori, a trattenere molti dall’avvicinarsi è lo sci alpinismo. Anch’esso è fatica, lentezza, passato rispetto ad un presente rifiutato o allontanato almeno nei momenti dello svago.
Peccato perchè una bella fetta di amanti dello sci è potenzialmente tra gli sci alpinisti. Quelli non ammalati di performance.

Tecnica?
Insegnar la tecnica è per un appassionato come me un po’ come uccidere la passione stessa. L’ho sempre pensato. Ugualmente in tutti gli anni che ho insegnato ho cercato di inventare quante più similitudini, idee, concetti, trucchi possibile ottenendo buoni risultati ma creando anche molta confusione nella testa degli allievi.
Telemarksnowevents proporrà da quest’anno un progetto “telemark imprinting” che per quel poco che ne so potrebbe o dovrebbe (io spero riesca) risultare efficace nel far capire come farlo. Non dico e spero più facilmente e spero sia l’idea degli amici di snowevents altrimenti sarebbe la rivisitazione degli errori del passato sciistico.
Alla quasi fine di un percorso di insegnante di telemark credo di aver capito che l’attenzione di chi lo prova e pratica e di chi lo insegna deve essere quella di cercare di tener lontani il più possibile gli allievi dall’idea, dall’ambizione di girare e provare a proporlo come analisi del camminare o correre … troppo difficile o lungo spiegarlo per scritto. Spero tra poche settimane di poter dire che forse ho trovato una strada intelligente.

Postilla marketing
Riproponiamo la domanda: “Perchè voi imparare a far telemark?” Rispondiamo perchè è elegante. Son convinto che non sia solo elegante ma assai più redditizio dal punto di vista: meccanico, pratico e anatomico che lo sci alpino. Tutto questo fino a che le variabili dello sci non diventano “alte”. Lì perde la sua superiore efficacia.
Trovandoci tra esperti, chi legge è esperto: quali sono secondo voi i motivi pratici perchè convenga far telemark rispetto lo sci alpino? Se non ce ne sono è molto dura: farlo, insegnarlo, vederlo crescere ed essere convinti di ciò che insegnamo.

Praticità telemark:

1- terminata la curva a spazzaneve quando arriva il momento di riaffiancare gli sci la meccanica alpina comporta un appiattimento dello sci a valle con conseguente destabilizzazione, usando la posizione telemark lo sci esterno rimane di spigolo continuando a dare equilibrio e quindi tranquillità allo sciatore

2- l’inversione comporta naturalmente una diminuzione della presa di spigolo con un indirizzamento del centro di massa non verso il vuoto dell’interno curva ma verso la punta dello sci avanzato, quindi una maggior sensazione di stabilità

3- le strutture triangolari sono meccanicamente le più stabili e robuste, noi siamo una struttura triangolare

4- lo sci anteriore crea attrito più avanti nel tempo ed essendo spinto avanti elimina il momento “vuoto” tipico dello sci alpino quando il centro di massa viene spinto in avanti/centro della curva che arriva

5- permette di usare tutti I segmenti corporei per mantenere l’equilibrio e quindi usare catene muscolari più efficaci

6- permette ai bambini di usare un approccio allo scivolare sul pendio usando I naturali movimenti delle gambe caviglie incluse

7- permette di usare I movimenti del camminare e correre

8- permette di usare I movimenti e concetti acquisiti nello sci da fondo se il fondo fosse premessa allo scivolare sul pendio (vd progressione svizzera)

9- in diagonale permette di rimanere più facilmente appoggiati ad ambedue I piedi

10- permette una più efficace realizzazione dell’attrito sullo sci anteriore e realizzare gli impulsi per la realizzazione della prossima curva, partendo da dietro e da tutti e due I piedi

11- permette uno “scavalcamento” della massima pendenza più dolce senza doversi appoggiare solo allo sci esterno o alla forza centrifuga

12- se il triangolo strutturale è mantenuto efficacemente “dovrebbe” essere meno faticoso dello sci alpino

13- essendo più ricco motoricamente è più intelligente

Sconcerto? Forse sì perchè troppo tecnico ma in fondo si tratta di un estratto di una proposta tecnica che feci al gruppo degli Istruttori Nazionali di telemark.
Forse è meglio diventi patrimonio di chi pratica telemark e possa diventare motivo di riflessione per aiutarci a cercare di spiegare perchè far telemark: E’ BELLO

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